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Ceri l’11 settembre, le “manicchie” verso il sì. C’è il nodo prefetto

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Si allarga il fronte dei favorevoli all’edizione straordinaria della festa dei Ceri per l’11 settembre. Le riunioni delle “manicchie” si stanno indirizzando verso il sì, da sottoporre al sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, legato alle condizioni di gestione della pandemia. Circolano i primi responsi delle consultazioni in corso da qualche giorno. Tra i santubaldari hanno prevalso i sì nelle “manicchie” di San Martino (88 su 90), Case popolari, Mocaiana e Padule (unanimità); tra i sangiorgiari stessa cosa a San Pietro (62 su 63), Sant’Agostino (54 su 60), Padule (96 su 102) e San Martino (34 rispetto a 11 no con 30 astenuti).

Hanno preso l’iniziativa di sostenere la festa settembrina 24 ceraioli di Sant’Antonio con una lettera inoltrata al proprio Capodieci, Andrea Tomassini, e al decano del Senato del Cero, Piero Pascolini, facendosi promotori pure di una raccolta firme. A favore si sono già espressi i Capodieci, Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio e il santantoniaro Tomassini.

Tra due ex Capodieci santubaldari c’è Francesco Baldinelli (eletto nel 2000) che parla di segno di rinascita; mentre Luigi Pierucci (2014) teme restrizioni ed è contrario, come i Capitani Eric Nicchi e Paolo Procacci.

Si fa una questione di data, ritenendo che i Ceri sono solo il 15 maggio, e di condizioni per le eventuali restrizioni che il sindaco dovrebbe poi concordare con il prefetto di Perugia, Armando Gradone, tra le normative anti-Covid e quelle generali sulla sicurezza.