Home Festa dei Ceri San Giorgio, la questione capodieci tiene banco in vista dell’assemblea del 18

San Giorgio, la questione capodieci tiene banco in vista dell’assemblea del 18

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Alcune fasi successive allo scrutinio definitivo dell'elezione del capodieci 2019

Mai dare nulla per scontato quando si parla di Ceri, che dopotutto riescono a riempire le giornate degli eugubini come nessun altro argomento sa fare. Quanto accaduto nella giornata di domenica nella taverna dei sangiorgiari di via Cristini a suo modo è già passato agli annali: non si era mai verificata nella storia del cero una situazione che vedesse due candidati su tre appaiati con il medesimo numero di voti su un totale di 913 votanti. Un epilogo che ha sorpreso e che è maturato al termine di una mattinata vissuta con trepidazione e stupore durante lo spoglio di tutte e 913 le schede, annunciate una ad una da Giorgio Angeloni che in qualità di capodieci uscente era anche il presidente dell’assemblea in cui si è svolta l’elezione. Quando tutti i presenti hanno finito di contare e ricontare le schede, dopo aver seguito in tempo reale lo scrutinio, la sorpresa nel constatare la perfetta parità tra Luca Bedini e Francesco Fioriti è stata tale da far saltare completamente il protocollo, tanto che nessuno ha pensato di procedere con l’unica cosa che era rimasta da fare: andare a prendere il regolamento dello statuto (approvato nel 2017) per vedere che cosa prevedesse in caso di parità.

IL “BUONSENSO” MATTUTINO. Invero alcuni tra i consiglieri e i capodieci uscenti erano a conoscenza del fatto che si sarebbe dovuto procedere con l’estrazione. Ma in un momento tanto concitato e in un clima di oggettiva incredulità nessuno si è preso la responsabilità di far presente la cosa all’assemblea. Piuttosto è stato un breve colloquio tra i due candidati alla pari a determinare quella che alle 13,30 è risultata essere la “soluzione” del caso: nessuno dei due era propenso a procedere con l’estrazione (o bussolo, come da più parti ribattezzato), così si sono detti di ritrovarsi in taverna domenica 20 gennaio per dare vita al ballottaggio. Successivamente uno dei capodieci uscenti, e quindi facente parte del consiglio degli ultimi 6 (Andrea Fronduti di Padule, capodieci del 2015), ha chiesto ai presenti se fossero d’accordo nel procedere con una nuova votazione la domenica successiva, limitata però ai soli 913 ceraioli che avevano votato nelle ore precedenti allo scrutinio, trovando parere favorevole a larga maggioranza per alzata di mano. Uscendo dalla taverna, insomma, tutti i sangiorgiari (in primis presidente della famiglia e consiglieri, che hanno applaudito e appoggiato la “mozione”) erano convinti che si sarebbe andati avanti con una nuova votazione. Poi nel pomeriggio le cose sono cambiate.

SECONDO LE REGOLE. Perché a mente fredda, superata la concitazione, l’emozione e lo stupore del momento, una volta preso in mano lo statuto ci si è resi conto del fatto che in caso di parità il regolamento prevede l’estrazione per determinare il nome del capodieci. Sia Fioriti che Bedini sono stati richiamati in taverna e in un confronto dai toni assolutamente pacati è emerso chiaramente come la decisione presa poche ore prima (quella cioè di indire un ballottaggio per la domenica seguente) non potesse essere effettivamente valida. Da qui l’idea di convocare d’urgenza un’assemblea nella serata di venerdì 18 dicembre con un unico ordine del giorno (ribattezzato “Capodieci 2019”), all’interno della quale verrà data lettura integrale di tutto il regolamento così come scritto nello statuto. Cosa accadrà in seguito, però, è ancora tutto da scoprire.

LE DUE CORRENTI. Perché anche nella giornata di lunedì in città il tam tam del susseguirsi di ipotesi e previsioni è stato dilagante, senza che nessuno però sia riuscito effettivamente a poter affermare con assoluta certezza quale sarà il metodo finale di elezione del capodieci. In molti semplicemente si rifanno a quanto scritto nello statuto, e dunque rifiutano l’idea che si debba proseguire con un metodo diverso dall’estrazione, criticando anzi il fatto che ciò non sia avvenuto già domenica scorsa dopo aver appurato della totale parità tra i due candidati (questa analisi però non tiene conto del clima assai inedito e particolare suscitato dall’esito dello scrutinio). Altri ritengono invece che quanto accaduto ieri abbia messo in evidenza un aspetto che all’atto della stesura del regolamento non era stato contemplato, quello cioè che un’eventuale effettiva parità con relativo ricorso all’estrazione finirebbe comunque per non legittimare appieno colui che verrà estratto dall’urna, come a dire che sarebbe sempre e comunque un fattore “esterno” (o “terzo”) a determinare la scelta definitiva. In coloro che spingono per procedere col ballottaggio è radicata l’idea che un capodieci debba essere riconosciuto attraverso il meccanismo di voto, piuttosto facendo “mea culpa” riguardo alla “superficialità” con la quale era stata inserita la regola dell’estrazione in caso di parità. Contro quest’ultima corrente remano però contro diversi fattori: intanto l’assemblea di venerdì 18 gennaio di per sé non potrà essere autorizzata a modificare quanto riportato nello statuto, poiché servirebbero un determinato numero di firme per poter revisionare il regolamento e dovrebbe essere poi indetta una nuova assemblea (prolungando i tempi della nomina del capodieci). Inoltre si finirebbe col creare un precedente che potrebbe essere preso come termine di paragone anche negli anni successivi, determinando un sistema oggettivamente instabile e tale da prestare il fianco a modifiche in corsa. Sulla carta, insomma, si dovrebbe procedere con l’estrazione (probabilmente fissata nella mattinata di domenica 20 gennaio), benché nessuno si sogna ad oggi di scartare a priori qualsiasi altra ipotesi che nell’assemblea di venerdì prossimo è destinata a venir fuori.

FIOCCO AZZURRO. E in una settimana di per sé già densa di emozioni, Luca Bedini nella mattinata di lunedì ha ricevuto anche un’altra notizia: è diventato padre di Cristiano, piccolo sangiorgiaro che ha avuto il merito quantomeno di distrarre un po’ il papà dalle vicende della corsa alla brocca. A Luca, alla compagna Silvia e al piccolo neonato i migliori auguri da parte di tutta la redazione di VivoGubbio.