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Processo Duchini, iniziato il processo a Firenze. Chiesti 372 testimoni

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Il magistrato Antonella Duchini

Iniziato a Firenze il processo di primo grado a carico dell’ex procuratore aggiunto di Perugia Antonella Duchini che si deve difendere dalle accuse che riguardano ipotesi di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio, secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e del sostituto Leopoldo De Gregorio, che parlano di mazzette e gestione interessata del sistema giustizia.  
Tra accusa e difese è stata anticipata la richiesta di 372 testimoni (alcuni comuni). Si torna in aula il 22 giugno.
Tra gli altri imputati ci sono gli ex carabinieri del Ros Orazio Gisabella e Costanzo Leone, il carabiniere Fabio Sinato, il dottor Ignazio Pusateri, l’industriale Carlo Colaiacovo, l’imprenditore Valentino Rizzuto e l’avvocato Pietro Gigliotti.
Accuse che invece gli avvocati degli imputati, tra gli altri Nicola Di Mario, Michele Nannarone e Francesco Falcinelli, contestano con determinazione, certi di poter dimostrare durante il dibattimento l’estraneità dei loro assistiti. 
Il collegio dei giudici ha disposto lo stralcio della posizione di Ignazio Pusateri e ha proseguito con le questioni preliminari.
I giudici – presidente Nicotra, a latere Belsito e Innocenti – hanno ammesso la costituzione di parte civile del finanziere, Vinizio Fasi, assistito dall’avvocato perugino, Luca Maori. 
In particolare, Fasi si è costituito contro l’ex Procuratore aggiunto, di Perugia, Antonella Duchini, l’ex ros, Orazio Gisabella, il carabiniere Costanzo Leone e l’avvocato, Pietro Gigliotti.  
Fasi, che indagava per bancarotta sull’imprenditore Valentino Rizzuto (imputato con Duchini per corruzione) secondo la Procura di Firenze è stato indagato a sua volta da Duchini per evitare che l’inchiesta andasse a buon fine. In particolare, è scritto nell’atto di costituzione firmato dal difensore di Fasi, Luca Maori, il finanziere sarebbe stato individuato “come soggetto da colpire e intimidire per completare il disegno criminoso elaborato nell’ambito dell’accordo corruttivo e per interrompere lo svolgimento di ulteriori attività di indagine nei confronti di Valentino Rizzuto”.

Per Fasi è stata autorizzata anche la citazione del Ministero della Giustizia.
Secondo l’accusa mossa proprio dalla procura di Perugia il sottoufficiale aveva continuato a indagare sotto il profilo fiscale sull’imprenditore, nonostante questa la tesi all’epoca della Duchini il pm non aveva concesso il nulla asta. All’epoca, sotto la direzione di Giacomo Fumu, ci furono anche momenti di tensione con gli stessi vertici della Finanza e la procura di Perugia che aveva intenzione di procedere a una perquisizione al comando provinciale di Perugia. Questione poi rientrata con un’acquisizione di documenti. Ma la mancata concessione del nulla osta fece naufragare – secondo la ricostruzione accusatoria della procura di Firenze – che ha ereditato il caso da Palermo e Perugia anche il procedimento avviato dalla magistratura contabile proprio per la mancata trasmissione della documentazione richiesta.
Per il suo assistito l’avvocato Luca Maori ha avanzato la richiesta di costituzione di parte civile. A tale proposito il luogotenente della guardia di finanza Vinicio Fasi si dice pronto a chiedere i danni dopo essere stato indagato, archiviato e “individuato – si legge nella richiesta – come soggetto da colpire ed intimidire per completare il disegno criminoso elaborato nell’ambito dell’accordo corruttivo e per interrompere lo svolgimento di ulteriori attività di indagine nei confronti del Rizzuto Valentino. Risulta chiaro che una volta colpito il Fasi, gli imputati non avrebbero incontrato alcun ulteriore ostacolo nel conseguimento dei propri interessi”.
Questa richiesta ha costretto il collegio a tenere comunque l’udienza, stralciando la posizione di Pusateri oggetto del difetto di notifica, con tanto di richiesta di autorizzazione a citare anche il ministero della Giustizia (già considerato parte offesa) come terzo obbligato.
Una mossa che ha dato il via a nuove costituzioni di parte civile di Daniela Colaiacovo, in qualità di erede di Franco Colaiacovo, le società (riconducibili a Colaiacovo Giuseppe) Gds Srl, Aral srl, Gold Lake Italia Srl, Seri Group SpA.
Su tale istanza i giudici decideranno alla prossima udienza. A processo insieme all’ex Procuratore aggiunto di Perugia c’è anche il patron del cemento, già presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Carlo Colaiacovo.